Care Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, sono felice per la vostra liberazione. E come me stasera sono felici in tanti. Ma vi aspetterà anche un'Italia odiosa che vi considera ragazzine sprovvedute che invece di starsene a casa sono andate a giocare in Siria. Diranno che sono stati spesi molto soldi, più del valore della vostra vita. All'Italia che in questi mesi vi ha offeso, motteggiato, che ha persino parteggiato per i vostri rapitori, non permettete di ferirvi. E’ il senso di colpa per non aver coraggio, è l’insofferenza dell’incapace che fermo al palo cerca di mitigare la propria mediocrità latrando contro chiunque agisca. Spero saprete sottrarvi a questo veleno. Un’altra parte di questa Italia è convinta che il vostro sia stato un atto di coraggio e di umanità, e che nessuno possa essere considerato causa del proprio rapimento. In tutto questo trambusto di commenti ci siamo forse dimenticati una questione fondamentale: fissare un prezzo per la libertà di una persona
è quanto di più basso e deplorevole si possa fare. Ecco dov'è arrivata
la società: non alla contestazione in sé del "prezzo" della libertà, ma
alla contestazione del fatto che i soldi dei cittadini possano finire
per salvarne degli altri. Estremizzo, per provocare: seguendo questo
ragionamento sulla spesa dei soldi dei cittadini, dovremmo lamentarci
anche di chi viene soccorso dopo aver fatto un incidente in motorino a
Roma. Si sa che è rischioso andarci, perché allora si fa? Vero
fulcro della discussione dovrebbe essere questo, a mio modesto parere:
la libertà non può avere prezzo, non possiamo scendere a compromessi per
svenderci. Greta e Vanessa
erano certamente al corrente dei rischi a cui andavano incontro, non
credo però che avrebbero mai immaginato di finire tra le mani dei
rapitori, non fino a questo punto. E la maggior parte delle persone al
posto di essere orgoglioso di queste due ragazze, che che
rappresentavano l'Italia nel mondo e nella maniera più nobile, con il
volontariato, le attacca: "adesso lavorate gratis per tutta la vita"
"restituite i nostri soldi spesi per voi", "ritornate laggiù, non vi
vogliamo". Questa è l'accoglienza media che le aspetta ed io me ne
vergogno, davvero tanto. Chi fa volontariato "sul campo" sa benissimo di
rischiare anche la vita, ma proprio per questo è degno di grande
rispetto, perché in cambio non chiede nulla, ma da anima e cuore per la
causa.
Noi, che siamo la generazione giramondo, quella che
sentirà certamente di appartenere ad una nazione, ma al contempo si
sentirà - giustamente - cittadina del mondo, dovremmo raccoglierci e
accogliere nel migliore dei modi queste due splendide ragazze. E quindi:
bentornate a casa, Greta e Vanessa. Grazie per quanto avete svolto
"laggiù". Grazie, siamo orgogliosi di voi, perché rappresentate una
parte di generazione che vuole davvero cambiare lo status quo e lo fa
rischiando anche la vita. E la vita, come la libertà, non hanno un
prezzo. Non c'è riconoscimento più bello al mondo se non quello di un
sentito "Grazie" per chi fa volontariato. Ecco, questo post voleva
essere parte di questo ringraziamento.
MURANTE MAURIZIO
