Amiche e amici, Luca Zaia si fa in sette.
Non contento di essere stato per tre volte Presidente della Regione Veneto, ora decide di candidarsi in tutte e sette le province del Veneto: Venezia, Verona, Vicenza, Treviso, Belluno, Padova e Rovigo — sì, quella che qualcuno dimentica sempre.
Ma diciamoci la verità: questa non è una candidatura, è una messa in scena elettorale!
E la messinscena è ormai completa! Oggi scopriamo che Salvini lancia Zaia per le elezioni suppletive della Camera: “Se vorrà potrà correre per il posto di Stefani”. Questa è la vera e propria messa in scena!
Perché Zaia lo sa bene: non può più essere rieletto Presidente della Regione. Eppure si candida lo stesso, in tutte le province, solo per dire “io ci sono ancora”, per tenere in piedi un potere personale che dura da troppo tempo.
È un gioco vecchio, un trucco da campagna elettorale. Una presa in giro verso i cittadini veneti, che andando a votare credono davvero di poterlo rivedere alla guida della Regione. Ma non sarà così. Perché le regole valgono per tutti — anche per lui.
E la beffa continua: Zaia da presidente è sempre assente alle riunioni di consiglio regionali ed è ormai chiaro che questa candidatura è solo un trampolino! Appena sarà eletto consigliere, si dimetterà per prendere più soldi e andare in Parlamento a Roma! Una vecchia latta che ci ricorda le losche manovre della Lega dei tempi di Bossi!
E intanto, mentre si moltiplica in sette, il Veneto resta con problemi concreti:
Ospedali che chiudono reparti.
Liste d’attesa infinite.
Giovani che se ne vanno perché non trovano futuro.
E lui dov’era? Dov’era mentre la sanità pubblica perdeva medici e infermieri? Dov’era mentre le famiglie venete facevano i conti con bollette e affitti sempre più alti?
Luca Zaia oggi chiede ancora fiducia, ma dopo tanti anni al potere, ha finito le idee. E chi non ha più idee si affida solo alla propaganda.
Io vi dico una cosa: il Veneto non ha bisogno di un uomo solo al comando, ha bisogno di una squadra nuova, di volti puliti, di gente che guarda avanti, non indietro.
Perché la politica non è una carriera personale. La politica è servizio, è responsabilità, è rispetto per i cittadini.
E allora, a chi pensa che basti mettere il proprio nome su una scheda per restare in scena e poi scappare a Roma per un posto migliore, rispondiamo con forza: il tempo dei furbi è finito! È tempo di restituire al Veneto la dignità, la trasparenza e la speranza che merita.
Grazie.