Il blog di Perrotta Murante Maurizio
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Labirinto Minosse
"Oggi viviamo come nel labirinto di Minosse ed il Blog è il moderno filo di Arianna ci servirà per uscire! Oggi il ogni campo dello scibile umano devi essere schierato, devi fare parte di un gruppo ossia o sei un Leader o sei un Mr Ok. Il Pd è libertà questo vuol dire pensare ed esprimere le proprie idee. E Confrontarsi. I doveri del' iscritto al Partito Democratico sono di ascoltare, mettere a fuoco, i problemi del territorio e suggerire soluzioni ed anche intervenire. Anche i Blog dovrebbe essere strumento di confronto, di collaborazione, che fa eco al disagio."
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giovedì 18 dicembre 2025
Difendere gli spazi collettivi è una battaglia civica, non ideologica
mercoledì 17 dicembre 2025
Salvini assolto nel caso Open Arms. Ma il blocco nei porti fu un atto grave, non degno di uno Stato civile.
venerdì 21 novembre 2025
IL PALAZZO È VUOTO: Luca Zaia preferisce la telecamera all'Aula. Assente in Consiglio Regionale sui voti cruciali. - "Il Consiglio non è un optional".
Da tempo critichiamo il modo in cui la politica regionale è gestita in Veneto. Ma oggi voglio concentrarmi su un fatto che non è solo un dettaglio burocratico, ma un sintomo grave: il palese disinteresse del Presidente Luca Zaia per il lavoro del Consiglio Regionale.
Per chi non segue la politica locale, il Consiglio Regionale è il cuore pulsante della democrazia: è dove si discutono, si modificano e si approvano le leggi che incidono sulla nostra vita (sanità, ambiente, trasporti). È la sede del confronto democratico e del controllo sulla Giunta.
Eppure, il Presidente è regolarmente assente.
Caso Eclatante: Il Bilancio Sostituito dalla Conferenza Stampa
Il punto culminante della critica si è verificato in occasione della seduta finale della legislatura (fine settembre 2025), dove il Consiglio doveva votare l'Esercizio Provvisorio di Bilancio – una decisione cruciale che limita la capacità di spesa della Regione per i mesi successivi.
Il Contratto Istituzionale Frantumato:
L'Assenza Critica: Nonostante le richieste esplicite dell'opposizione di presenziare e assumersi la responsabilità di questa scelta finanziaria (ritenuta da loro una "fine ingloriosa" dell'era Zaia), il Presidente era assente da Palazzo Ferro Fini (sede del Consiglio).
L'Alternativa: Contemporaneamente, Zaia stava tenendo una conferenza stampa a Palazzo Balbi (sede della Giunta) per promuovere eventi o iniziative già approvate.
La "Raid" dell'Opposizione: Per protestare contro questa preferenza per la comunicazione esterna rispetto al confronto istituzionale, i Consiglieri di opposizione (PD, M5S, AVS, ecc.) hanno abbandonato l'Aula e si sono recati in "raid" a Palazzo Balbi per consegnare di persona l'invito a partecipare.
La democrazia del Veneto è in crisi di presenze.
Abbiamo analizzato perché il Presidente Zaia mostra un palese disinteresse per il lavoro del Consiglio Regionale. Mentre si prendono decisioni vitali (Sanità, Bilancio), la priorità è la comunicazione e non il confronto in Aula. Basta scambiare il servizio con lo show. La nostra Regione merita rispetto.
| Anno | Percentuale di Presenza (% Presenze stimate) |
| 2015 | 18% |
| 2016 | 15% |
| 2017 | 14% |
| 2018 | 13% |
| 2019 | 12% |
| 2020 | 10% |
| 2021 | 9% |
| 2022 | 8% |
| 2023 | 7% |
| 2024 | 6% |
| 2025 | 6% |
Amici, è il momento di smascherare il gioco. La candidatura di Luca Zaia a Consigliere Regionale in tutte e sette le province del Veneto non è un atto di servizio al territorio, ma la tappa più cinica di un piano di salvataggio personale e un'operazione di potere della Lega.
Il messaggio che ci arriva è inequivocabile: il Consiglio Regionale è solo un trampolino di lancio per il Parlamento a Roma.
Il Copione è Scontato
Il Presidente Zaia sa bene che il suo mandato è scaduto. La legge gli impedisce una quarta presidenza. E cosa fa? Non si ritira, ma orchestra una "messa in scena" elettorale:
Si fa eleggere Consigliere: Sfruttando la sua popolarità in tutto il Veneto, Zaia si garantisce il seggio e l'immunità, mantenendo un piede dentro la politica veneta.
Il Contropotere di Salvini: Entra in gioco Matteo Salvini, il segretario della Lega, che promette apertamente a Zaia una candidatura alle elezioni suppletive per la Camera dei Deputati (nel collegio che si libererà).
Il Salto a Roma: Una volta eletto Deputato in un collegio sicuro (grazie al paracadute di partito), Zaia si dimetterà dal Consiglio Regionale pochi mesi dopo la sua elezione, lasciando ad altri il lavoro faticoso in Veneto.
La Vecchia Manovra per la Carriera
Questo schema è l'emblema di una politica che disprezza le Istituzioni locali.
Il Disinteresse: La candidatura in Consiglio è solo un mezzo. È l'anticamera per la poltrona romana, che offre maggiore visibilità, potere e, diciamocelo chiaramente, migliori retribuzioni.
L'Accusa: Questo modus operandi non fa che confermare l'accusa più amara: Zaia usa il Veneto e il suo consenso per garantirsi una carriera personale e stipendi più alti a Roma, proprio come facevano i vecchi boss della Lega. È l'ennesimo trucco elettorale che svilisce la fiducia dei cittadini.
Che Zaia voglia creare un suo programma TV locale in Veneto per mantenere il contatto con la base, come suggerito da alcuni, è perfettamente coerente con il suo stile: massima comunicazione controllata, minimo confronto istituzionale.
Mentre il Veneto affronta liste d'attesa infinite in sanità e l'incognita dell'Autonomia Differenziata, il suo Presidente è già in fuga, pronto a lasciare il "Palazzo Vuoto" per volare a Montecitorio.
Noi non siamo fessi. Il Veneto merita rispetto, non un "biglietto di sola andata" per una carriera personale.
Basta con la politica usata come un bancomat! È ora di votare chi resta e lavora sul serio per la nostra Regione.
Cosa ne pensate di questo esodo imminente? Lasciate un commento qui sotto.
martedì 18 novembre 2025
Zaia ha finito le idee: Dopo tanti anni, l'attuale leader "ha finito le idee"
Amiche e amici, Luca Zaia si fa in sette.
Non contento di essere stato per tre volte Presidente della Regione Veneto, ora decide di candidarsi in tutte e sette le province del Veneto: Venezia, Verona, Vicenza, Treviso, Belluno, Padova e Rovigo — sì, quella che qualcuno dimentica sempre.
Ma diciamoci la verità: questa non è una candidatura, è una messa in scena elettorale!
E la messinscena è ormai completa! Oggi scopriamo che Salvini lancia Zaia per le elezioni suppletive della Camera: “Se vorrà potrà correre per il posto di Stefani”. Questa è la vera e propria messa in scena!
Perché Zaia lo sa bene: non può più essere rieletto Presidente della Regione. Eppure si candida lo stesso, in tutte le province, solo per dire “io ci sono ancora”, per tenere in piedi un potere personale che dura da troppo tempo.
È un gioco vecchio, un trucco da campagna elettorale. Una presa in giro verso i cittadini veneti, che andando a votare credono davvero di poterlo rivedere alla guida della Regione. Ma non sarà così. Perché le regole valgono per tutti — anche per lui.
E la beffa continua: Zaia da presidente è sempre assente alle riunioni di consiglio regionali ed è ormai chiaro che questa candidatura è solo un trampolino! Appena sarà eletto consigliere, si dimetterà per prendere più soldi e andare in Parlamento a Roma! Una vecchia latta che ci ricorda le losche manovre della Lega dei tempi di Bossi!
E intanto, mentre si moltiplica in sette, il Veneto resta con problemi concreti:
Ospedali che chiudono reparti.
Liste d’attesa infinite.
Giovani che se ne vanno perché non trovano futuro.
E lui dov’era? Dov’era mentre la sanità pubblica perdeva medici e infermieri? Dov’era mentre le famiglie venete facevano i conti con bollette e affitti sempre più alti?
Luca Zaia oggi chiede ancora fiducia, ma dopo tanti anni al potere, ha finito le idee. E chi non ha più idee si affida solo alla propaganda.
Io vi dico una cosa: il Veneto non ha bisogno di un uomo solo al comando, ha bisogno di una squadra nuova, di volti puliti, di gente che guarda avanti, non indietro.
Perché la politica non è una carriera personale. La politica è servizio, è responsabilità, è rispetto per i cittadini.
E allora, a chi pensa che basti mettere il proprio nome su una scheda per restare in scena e poi scappare a Roma per un posto migliore, rispondiamo con forza: il tempo dei furbi è finito! È tempo di restituire al Veneto la dignità, la trasparenza e la speranza che merita.
Grazie.
giovedì 6 giugno 2024
La candidata vincente. Da Margaret Thatcher a Giorgia Meloni, storie di donne che hanno cambiato la politica.
La prima è stata Margaret Thatcher. Eletta a capo del governo britannico nel 1979, guidò il paese per dieci anni, portandolo attraverso una crisi economica e una guerra contro l’Argentina, interpretando il suo ruolo con il piglio autoritario che le valse l’appellativo di “Lady di ferro”. Fu il primo tentativo di rompere quel “tetto di cristallo” che nei paesi occidentali sembrava imprigionare le velleità di leadership femminili, relegando le donne in politica a incarichi minori, o alla funzione ancillare di First Lady. Il primo solco era stato tracciato, e da allora sempre più donne hanno tentato di invertire questa tendenza mondiale. Dalle prime ministre inglesi a Hillary Clinton, da Marine Le Pen ad Angela Merkel, fino a Sanna Marin e Alexandria Ocasio-Cortez, Martina Carone ricostruisce le storie di nove donne che sono riuscite a conquistare cariche governative di prestigio o ruoli di primo piano nelle proprie compagini politiche, scalando i sondaggi e guadagnando la fiducia degli elettori. In Italia, nel susseguirsi caotico di governi e stagioni politiche, il ruolo delle donne è stato sottostimato, spesso dallo stesso partito di appartenenza, oppure interpretato come proiezione sciovinista di una leadership maschile. Ma quel tetto che sembrava infrangibile ha cominciato a mostrare delle crepe evidenti con l’avvento della Terza repubblica, fino al definitivo sfondamento nelle elezioni politiche 2022, con la vittoria di Giorgia Meloni, prima donna italiana a interrompere una tradizione maschiocentrica e diventare presidente del Consiglio. Oggi, a distanza di pochi mesi dal suo insediamento, anche il principale partito di opposizione ha eletto una donna, Elly Schlein, alla segreteria, trasformando l’agone politico in una sfida tutta al femminile. Il tetto di cristallo è definitivamente rotto?
domenica 11 giugno 2023
Così è svanita la leggenda dei ballottaggi. La maggioranza deve decidere se sulle riforme cerca il dialogo o lo scontro
Alla vigilia delle elezioni amministrative Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia hanno manifestato il progetto di semplificare le Elezioni dei Sindaci, di Comuni al di sopra dei 15.000 abitanti, sopprimendo i Ballottaggi. Il Sindaco verrebbe eletto con il 40 per cento di voti! Le recenti tornate elettorali hanno confermato la tendenza alla disaffezione, alle partecipazioni Democratiche. Ridurre la soglia elettorale va nella direzione di assecondare la disaffezione, anziché di incrementare la partecipazione. Ridurre la soglia è antidemocratico e pericoloso. Spiana la strada alle lobby ed alle associazioni criminali. Ciò comporterebbe la necessità di fare largo ricorso ai Commissariamenti. Altri dovrebbero essere gli strumenti per rendere più agevole la partecipazione alle scelte elettorali con i moderni mezzi elettronici, per esempio!
Maurizio Perrotta Murante
lunedì 5 giugno 2023
Deposito in Senato delle 105.937 firme raccolte sulla proposta di legge del sull’autonomia differenziata.
venerdì 2 giugno 2023
Perché ha Vinto Giacomo Possamai - riflessioni di Giovanni Diamanti



