Scusate, ma dopo queste elezioni, in Veneto, non si è dimesso nessun dirigente del partito democratico? Nessuno che abbia detto: è colpa mia, faccio un passo indietro? Nessuno che torni a fare il proprio mestiere? I vecchi se ne stiano a cassa? Anche qui da noi abbiamo schierato in campagna elettorale ben due Pd, un a favore di Renzi e altro contro Matteo. Centrodestra ha vinto facendo politica-grezza ma efficace, riuscendo ad incantare con rivendicazioni che sono illusionismo. Sono anche convinto che questa sconfitta è figli gestione, provinciale del Pd “inadeguata”. In un partito: tanto più con responsabilità di governo, e ci si sente appartenenti ad un causa comune deve essere accettata la regola: “le decisioni assunte a maggioranza impegnato tutto il partito”. Dobbiamo costruire un progetto per il Veneto alternativo culturalmente a quello “Zaia-lega” senza tentazione di parlare alla pancia dei veneti, un nuovo-comune visione culturale-politica e programmatica, occorre fare piazza pulita e poi iniziare (sperando) lavoro uniti per fa ripartire il centro sinistra. Primo passo la convocazione di un congresso riformativo*: ma davvero; che chiunque ha ricoperto ruoli nel partito o non hanno raccolto i consensi che avrebbero dovuto non dovrebbe ricandidarsi per dare così la possibilità a nuove energie di liberarsi e per fare in mondo di spazzare via questi gruppi ed interessi una volta per tutte. Bisognava cambiare, rinnovare e mettere in campo forze giovani, “bisogna ripartire con gente nuova fuori quadro.” Infine il partito deve avere la forza e il coraggio di dire veramente quello che pensa per delineare un Veneto diverso da quello in cui viviamo.