Ormai è certo: la sorpendete “valagna di voti” che, secondo qualcuno avrebbe aperto le porte al cammino verso lo Stato Veneto indipendente è poi daverro esistita solo nella fantasia di qualche venetista. D'alta parte la dimensione dell'esito del sondaggio era così palesemente sproporzionato che non poteva non risultare poi “taroccata o rimanegiata.” Ma al di là di questo fatto (che peraltro sulla serietà di questo movimento) il sondaggio on line ha in qualche modo messo in evidenza alcuni fatti politici che è opportuno e utile sottolinare. Questi utlimi anni hanno sancito un profondo cambiamento della geografia politica italiana. La crisi economica ha spazzato via il Nordest come lo avevamo sempre inteso, ossia la locomotiva d'Italia, l'area che poteva rappresentare dal punto di vista socio – economico il vero ponte con l'Europa del Nord. La Padania è orami un'ipotesi di scuola consegnata alla storia e non ne parlano più neanche i leghisti più affezionati. Ritornato così alla luce i riferimenti territoriali che hanno qualche consistenza storico – culturale: il Veneto, appunto. Quanche ci dice anche che la “questione settentrionale” appare in evoluzione per il semplice fatto che il Piemonte, per esempio, non ha molto da spartire con il Veneto. In tutto questo è chiaro che va ripensata la polticia in questi territori. Risultano, prealtro un po' patici i tentativi di chi in Veneto (pensiamo soprattutto alla Lega Nord) cerca di recuperare credilità, cavalcando prima il referendum indipendentista e poi lavorando a pseudo – ipotesi civiche, quasi a rifarsi una verginità perduta o a mascherare svarioni storico – politici che hanno tentuto banco per più di vent'anni. Certo i nostri territori hanno molti motivi condivisibili di cui lamentarsi e la forbice tra Nord e Sud in questi anni (che dovevano portarci il sol levante del federalismo) è, se possibile, aumentata. Ma tutto questo, unito al grido continuo che arriva dalle categorie produttive, dalle famigile e dai diversi territori veneti, ci dicono che la risposta non può essere quella di isolarci, di fuggire in qualche modo dai nostri problemi, ma semmai di affrontarli con rigore, untiti al resto del Paese e in una prospettiva ben più ampia del localimo. L'Italia ha grande risporse e possibiltà che trovano che trovano un'espressione di grande significato nei nostri comunali. Nonostante il fatto che lo Stato abbia scaricato molti dei costi di questa crisi proprio sulle Aministrazioni comunali, queste rimangono il baluardo del sistema democratico e il primo luogo da cui partire per rismettere in piedi questo nostro Paese. In questo senso le elezioni amministrative di maggio costituiscono una grande occasione per affermare la centralità del radicamento territoriale, all'interno però di una comunità che non può che essere (per motivi storici, culturali, politici, economici) quella Italiana. Possiamo cambiare e migliorare l'Italia tutti insieme, a partire delle nostre comunità locali! Ed è pure una felice coincidenza il fatto che questo appuntamnto sia contemporaneo al voto europeo. I Comuni e l'Europa, due protagonisti della nostra vita quotidiana sono, oggi più che mai, al centro dei dibatti e dei lavori nel Partito Democratico che noi rapprentiamo. Nel momento in cui si è avviato un grande processo riformatore il Comune e l'Europa indicano in qualche modo il perimetro in cui siamo chiamati ad operare. Tutto questo può avvenire però solo in cui siamo chiamati ad operare. Tutto questo avvenire però solo in chiave untitaria, con un riferimento forte allo Stato che vogliamo più solidare, più efficiente, più capace di valorizzare le tante differenze che attraversano la nostra penisola, sempre più orientato ad una valorizzazione del nostro intero patrimonio naturale, artistico ed interculturale. Il futuro sta nel dialogo, nel superamento di cofini e bariere, nel perseguire ampi progetti condivisi. La nostra risposta al referendum venetista sta venetista sta tutti qui.
Piero Menegozzo
(segretario proviciale Partito Democratico)
Chiara Pavan
(segretario cittadina Partito Democratico)
Maurizio Murante