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Cosa significa fare Politica?

Cosa significa fare Politica?
Significa impegnarsi in un servizio, darsi da fare per la comunità, scegliere di spendere una parte del proprio tempo a progettare e realizzare idee che abbiamo come obiettivo il bene comune, il miglioramento della vita non solo propria, ma di una comunità. Fare politica vuol dire interessarsi ai problemi di tutti, cercando di risolverli nel modo migliore; vuole dire scegliere mettersi in discussione, esporsi personalmente con le proprie idee e i propri valori. Fare politica vuol dire cercare di concretizzare ideali. Parlare di politica vuol dire parlare dell'uomo, di lavoro, istruzione, salute, vita, morte, famiglia, ambiente, sviluppo, sicurezza, e ogni altra componete della città dell'uomo. Fare politica significa, ogni giorno, creare consensi attraverso l'esempio, rendendo note le proprie scelte e spiegandone la coerenza. Fare politica significa creare cultura, fornire strumenti per la lettura della realtà, far crescere uomini coerenti e affidabili per non lasciare agli altri una egemonia che non meritano. Significa animare confronti, sollecitare opinioni, non smarrire la visione d'insieme offrendo a tutti la possibilità di sentire propria la battaglia politica e di parteciparvi secondo le proprie possibilità. Gli "uomini liberi e forti" devono trovare il coraggio per impegnarsi in prima persona, con l'obiettivo di garantire a tutti il proprio impegno per un futuro migliore senza farsi prendere della tentazione di salire sul carro dei vincitori, ma lottando per ciò che sentono essere giusto.

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"Oggi viviamo come nel labirinto di Minosse ed il Blog è il moderno filo di Arianna ci servirà per uscire! Oggi il ogni campo dello scibile umano devi essere schierato, devi fare parte di un gruppo ossia o sei un Leader o sei un Mr Ok. Il Pd è libertà questo vuol dire pensare ed esprimere le proprie idee. E Confrontarsi. I doveri del' iscritto al Partito Democratico sono di ascoltare, mettere a fuoco, i problemi del territorio e suggerire soluzioni ed anche intervenire. Anche i Blog dovrebbe essere strumento di confronto, di collaborazione, che fa eco al disagio."

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giovedì 31 marzo 2016

Senato dà il via libera all'attesa Riforma Terzo Settore. Ok definitivo alla Camera a maggio.

La promessa di Matteo Renzi di due anni fa quando, appena salito a Palazzo Chigi preannunciò l'intervento e disse che il Non profit, in realtà, "è il primo settore". Dopo due anni di discussione e a quasi dodici mesi di distanza dall'approvazione del testo alla Camera, ecco lo sprint decisivo in vista del traguardo: il Senato ha dato il via libera al disegno di legge di Riforma del Terzo Settore. I voti a favore sono stati 146, quelli contrari 74 e 16 gli astenuti. Ora per l'OK definitivo del Parlamento alla misura, essendo state apportate alcune modifiche nel corso dell'esame a Palazzo Madama, sarà necessario un ultimo passaggio a Montecitorio. Ma nelle intenzioni del Governo e della maggioranza il miglio finale rappresenta una semplice formalità. C'è infatti un'intesa politica non scritta una sorta di gentlemen's agreement affinché l'attuale e nuovo versione del testo venga licenziata senza il minimo correttivo anche alla Camera. Positive le prime reazioni dal mondo del sociale. Federsolidarietà-Alleanza delle cooperative sociali: "La delega sarà in grado di non tradire le attese se creerà le condizioni per generare innovazione e sviluppo sociale soprattutto attraverso la possibilità di rispondere ai tanti bisogni insoddisfatti nel settore del welfare, e la creazione di nuovo opportunità occupazionali." "E' una ottima notizia. Speriamoche la Camera licenzi il testo definitivo tra fine aprile e maggio. Il Non profit è un settore strategico fondamentale per uno sviluppo sostenibile, comunitario e partecipato, sviluppo che tutti auspicano per il nostro Paese." - Ha commentato a caldo fra i primi a farlo, il viceministro dell'Agricoltura Andrea Olivero. "L'approvazione del disegno di legge per la riforma del settore da parte del Senato segna un altro passo in avanti. Auspichiamo ora che la Camera dei Deputati approvi al più presto la legge e soprattutto che il Governo proceda entro il 2016 alla stesura dei decreti legislativi delegati. Sarà una riforma epocale se i decreti legislativi porteranno a compimento il riconoscimento culturale e giuridico della dimensione economica e imprenditoriale del terzo settore, emersa negli ultimi 30 anni ma con un potenziale ancora oggi enorme. Dalla riforma ci aspettiamo l'avvio di una stagione nuova in cui i cittadini abbiano l'opportunità per auto-organizzarsi e rispondere ai propri bisogni partecipando attivamente. Mettendosi insieme per valorizzare i beni culturali e ambientali abbandonati con azioni di sviluppo locale e di promozione turistica del territorio." A dirlo è il presidente di Federsolidarietà Giuseppe Guerini. 
Provvedimento in pillole. TERZO SETTORE: Diventa un soggetto giuridico. Finora se ne parlava dal punto di vista sociologico o economico. Associazioni di volontariato, cooperative sociali, fondazioni, associazioni di promozione sociale, ecc. diventano un’unica famiglia, con caratteristiche comuni riconosciute per legge, pur rimanendo soggetti con una loro specificità e diversi modelli organizzativi. LEGGE DELEGA: Una volta giunto il definitivo assenso dalla Camera, il Governo entro un anno approverà i decreti legislativi. Avremo un Testo unico, un Codice del terzo settore, con evidenti vantaggi in termini di semplificazione e di superamento di contraddizioni tra le diverse leggi oggi in vigore. ASSOCIAZIONI E FONDAZIONI: Più informazioni e trasparenza, a cominciare dagli atti costitutivi e dagli statuti, per garantire i terzi e in particolare i creditori. Favorite le trasformazioni e le fusioni. Rendicontazioni in forma semplificata per le piccole realtà. VOLONTARIATO: Vengono riconosciuti e favoriti lo status di volontario e le organizzazioni di volontariato, promossi programmi per sensibilizzare i giovani nelle scuole. IMPRESA SOCIALE: Possono assumere la qualifica di impresa sociale non solo le cooperative sociali (di diritto), ma anche associazioni, fondazioni e le diverse forme di società. Obblighi di rendicontazione e trasparenza identici alle imprese, con ulteriori vincoli sulla remunerazione del capitale e del lavoro. Possono operare solo nelle attività d’interesse generale. Si possono realizzare imprese sociali anche con presenza minoritaria di enti pubblici e privati. ATTIVITA’ DI INTERESSE GENERALE: Il terzo settore potrà operare solo in alcuni comparti, appunto di interesse generale. L’elenco unico sarà più ampio di quello attuale. Il Governo definirà tali attività e potrà aggiornare l’elenco, anche prevedendo che in alcuni campi operino solo alcuni dei diversi soggetti del terzo settore. NON PROFIT: Qualora si svolgano attività economiche o d’impresa, non si possono distribuire utili, che vanno a una riserva indivisibile e sempre indisponibile per i soci. Solo le imprese sociali possono eventualmente distribuire parte minoritaria degli utili, ma in maniera limitata e con vincoli chiaramente definiti. RETRIBUZIONI CON TETTO: Gli stipendi dei dirigenti, degli amministratori, dei revisori dei conti non potranno superare determinate soglie, per evitare un lucro indiretto. TUTELA DEI LAVORATORI: Sono previsti obblighi di informazione a favore dei lavoratori. Gli appalti pubblici dovranno assicurare la piena applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro siglati con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. REGISTRO UNICO DEL TERZO SETTORE: Sarà tenuto presso il ministero del Lavoro, suddiviso per sezioni e si articolerà su base regionale, garantendo uniformità su tutto il territorio nazionale. RETI ASSOCIATIVE DI SECONDO LIVELLO: Saranno valorizzate, sia in funzione di rappresentanza, sia per lo svolgimento di attività di controllo nei confronti delle realtà loro associate. CENTRI DI SERVIZIO PER IL VOLONTARIATO: Costituiti solo da soggetti del Libro primo del codice civile, promuovono e sostengono il volontariato in tutti gli enti di terzo settore. Viene introdotto il “principio della porta aperta”, che garantisce una maggiore democraticità. Riaffermato il loro ruolo proprio nell’erogazioni di servizi. CONSIGLIO NAZIONALE DEL TERZO SETTORE: Costituito quale organismo di consultazione degli enti di terzo settore a livello nazionale. Vengono eliminati gli osservatori. CONTROLLI POTENZIATI: Faranno capo al Ministero del Lavoro e saranno svolti, oltre che attraverso le reti associative di secondo livello, anche con i centri di servizio per il volontariato. SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE: Finalizzato alla difesa non armata della patria e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica, coinvolgerà con risorse crescenti giovani italiani e stranieri regolarmente soggiornanti, con una più forte regia statale. FISCO E CONTABILITA’: Si prevede una revisione complessiva del sistema da realizzare nei decreti legislativi, al fine di una drastica semplificazione. Previste contabilità separate a seconda delle diverse poste contabili. FONDI PER GLI INVESTIMENTI: Sono istituiti due distinti fondi per sostenere gli investimenti: uno per le imprese sociali, l’altro per associazioni di volontariato, di promozione sociale e fondazioni. FINANZA INNOVATIVA: Sono previsti nuovi strumenti di finanza: ad esempio, raccolta di capitale di rischio tramite portali telematici e titoli di solidarietà. IMMOBILI PUBBLICI INUTILIZZATI: Saranno semplificati e incentivati i meccanismi per concedere agli enti di terzo settore gli immobili pubblici inutilizzati e quelli confiscati alle mafie.


Maurizio Murante (Democratico) 
Dichiarazione a titolo personale
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