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Cosa significa fare Politica?

Cosa significa fare Politica?
Significa impegnarsi in un servizio, darsi da fare per la comunità, scegliere di spendere una parte del proprio tempo a progettare e realizzare idee che abbiamo come obiettivo il bene comune, il miglioramento della vita non solo propria, ma di una comunità. Fare politica vuol dire interessarsi ai problemi di tutti, cercando di risolverli nel modo migliore; vuole dire scegliere mettersi in discussione, esporsi personalmente con le proprie idee e i propri valori. Fare politica vuol dire cercare di concretizzare ideali. Parlare di politica vuol dire parlare dell'uomo, di lavoro, istruzione, salute, vita, morte, famiglia, ambiente, sviluppo, sicurezza, e ogni altra componete della città dell'uomo. Fare politica significa, ogni giorno, creare consensi attraverso l'esempio, rendendo note le proprie scelte e spiegandone la coerenza. Fare politica significa creare cultura, fornire strumenti per la lettura della realtà, far crescere uomini coerenti e affidabili per non lasciare agli altri una egemonia che non meritano. Significa animare confronti, sollecitare opinioni, non smarrire la visione d'insieme offrendo a tutti la possibilità di sentire propria la battaglia politica e di parteciparvi secondo le proprie possibilità. Gli "uomini liberi e forti" devono trovare il coraggio per impegnarsi in prima persona, con l'obiettivo di garantire a tutti il proprio impegno per un futuro migliore senza farsi prendere della tentazione di salire sul carro dei vincitori, ma lottando per ciò che sentono essere giusto.

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"Oggi viviamo come nel labirinto di Minosse ed il Blog è il moderno filo di Arianna ci servirà per uscire! Oggi il ogni campo dello scibile umano devi essere schierato, devi fare parte di un gruppo ossia o sei un Leader o sei un Mr Ok. Il Pd è libertà questo vuol dire pensare ed esprimere le proprie idee. E Confrontarsi. I doveri del' iscritto al Partito Democratico sono di ascoltare, mettere a fuoco, i problemi del territorio e suggerire soluzioni ed anche intervenire. Anche i Blog dovrebbe essere strumento di confronto, di collaborazione, che fa eco al disagio."

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mercoledì 11 maggio 2016

Unioni Civili, finalmente

Per chi come me si è battuto sempre tantissimo sul tema dei diritti è un giorno speciale. Un passo in avanti rispetto al medioevo nel quale abbiamo vissuto sino ad oggi. Avrei potuto iniziare citando il lungo percorso fino a oggi: nel 1998 venne depositato il primo disegno di legge, oppure ricordo Pacs: era il lontano 2002 quando i DS misero tra i propri punti programmatici, tra i diritti previsti quello alla reversibilità della pensione, poi i Dico: era il lontano febbraio 2007, i Cus, nel 2008 i Didorè. Sono innumerevoli le volte nelle quali la politica ha tentato senza successo di regolamentare le convivenze di fatto tra coppe eterosessuali e omosessuali. Oppure ricordato tutto il percorso che ha avuto questo disegno di legge, le settantadue sedute in commissione al Senato. Dopo l'approvazione al Senato non senza difficoltà. Scorso febbraio, anche alla Camera si preannunciava accesso già prima che approdasse in commissione Giustizia dove alla proposta di legge sono stati presentati 899 emendamenti. Avrei potuto iniziare citando il lungo tavolo con le associazioni che con rivelatrice onorevole Campana insieme al Partito Democratico ha portato avanti in questi anni. Giusto mettere la fiducia al testo unioni civili. È arrivata l'ora di essere un paese civile, inaccettabili altri ritardi. Li hanno chiamati in molti modi, ma non hanno mai detto la cosa più importante: avere un progetto di vita comune e perseguirlo non può e non deve essere un fatto che rimanda ad alcuna questione di libertà di coscienza, riguarda invece il grado di civiltà di un Paese, riguarda il senso di una comunità che riconosce a tutti e dà a ciascuno il diritto di costruirsi una famiglia e di partecipare giorno dopo giorno al progresso della propria nazione. Da oggi possiamo cominciare a dire con orgoglio che non c’è più una parte della nostra comunità abbandonata a sé stessa, abbandonata all'oblio. È proprio questo il punto, le unioni civili non sono un tema etico, non ci interrogano sulla nostra coscienza, sulle convinzioni religiose e culturali, ma hanno a che fare invece con l'estensione dei diritti a tutti i cittadini, a prescindere dall'orientamento sessuale. Questo Governo è orgoglioso di mettere questa legge tra le sue priorità. Fare le riforme per cambiare l'Italia significa agire sul progresso civile e culturale di un Paese, non significa solamente far quadrare i conti e i bilanci e farlo crescere economicamente. Ha ragione il Presidente Renzi quando dice che questa è una legge che vale una legislatura intera. E se tutti questi anni e queste sigle vi sembrano pochi per rimediare a questo vulnus, allora forse non abbiamo la stessa concezione dei diritti che sono sanciti nella nostra Carta costituzionale o quanto meno del trascorrere del tempo. Questo perché la Costituzione recita che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, impegnando tutti noi alla rimozione delle discriminazioni, e perché il tempo ci dice che dobbiamo dare seguito ai cambiamenti della società, possibilmente interpretandoli, non inseguendoli continuamente.  Per fortuna, dopo decenni oggi stiamo rimediando.

1. Chi attaccare il governo?

Non nè conosce il testo: si tratta di un ottimo provvedimento che estende gli stessi diritti e doveri del matrimonio alle coppie omosessuali, in linea con quando prescritto alla Corte Costituzione. Il disegno di legge prevede infatti che alla coppie dello stesso sesso siano estese tutte, le tutele riservate alla coppie sposate dell'eredità, alla reversibilità della pensione, dal ricongiungimento familiare alla cittadinanza italiana per lo straniero unito civilmente, dall'obbligo di assistenza morale e materiale al congedo matrimoniale, da tutte le prerogative in materia di lavoro agli assegni familiari dalla legge 104 a tutte le disposizioni fiscali, senza contare le norme sui contatti e in materia di procedura penale.

2. Mi domando quale possa essere la motivazione nel voler rimandare?

Sanno che stanno votando contro le sentenze della Corte di giustizia europea e della nostra Corte costituzionale, ma soprattutto sanno che stanno respingendo le istanze di quanti aspettano e combattono da troppo per vedersi riconosciuti i diritti sacrosanti: una casa da condividere, un progetto di vita. Oggi più che mai vedremo in quest'Aula quanti si schierano a favore di un'Italia che, con coraggio e determinazione, sta affrontando nodi irrisolti da anni e quanti continuano invece a resistere al cambiamento e al riformismo, volendo respingere il nostro Paese nel secolo scorso. È un derby che preferiremmo non giocare, soprattutto perché riguarda la vita delle persone. Ci abbiamo provato in prima lettura al Senato, cercando la più ampia convergenza politica, lavorandoci insieme, fidandoci, e poi, all'ultimo, essendo traditi nella fiducia, non noi ancora una volta, ma le persone qua fuori, nelle piazze, nelle strade, nelle loro famiglie all'estero, a guardare l'ennesimo telegiornale, in TV, che diceva che, anche per questa volta, in Italia non si portava a casa la legge sulle unioni civili. Ed ecco spiegate le ragioni del voto di fiducia: un gesto politico, che vuole mettere al centro dell'azione riformista del Governo i diritti delle persone, la vita delle persone, sottraendole ai trabocchetti dei voti segreti ed all'ennesimo rinvio. È una scelta importante, impegnativa per questa maggioranza, che ha saputo trovare una mediazione alta e che dice «sì» alle istanze di una comunità che la politica e le istituzioni hanno dimenticato per troppo tempo. C’è chi continua a dire «no», andando contro la storia per farci stare in un eterno passato, c’è chi dice «no» al futuro. Noi invece siamo quelli del «sì», del voltare pagina e dell'andare avanti, siamo quelli che stanno facendo entrare, ancora una volta, in quest'Aula il profumo dell'uguaglianza e della libertà. È per questo che annuncio il «sì» convinto e orgoglioso del Partito Democratico.

3. Voltafaccia dei grillini
I pentastellati hanno deciso di non votare il cosiddetto “supercanguro” (quando era 5s a proporre supercanguro) l’emendamento che se approvato avrebbe blindato il ddl eliminando le modifiche proposte dalle opposizioni. Poi la ditta Grillo&Casaleggio ha concesso "libertà di coscienza" principio sacrosanto che spesso in politichese è un elegante espediente per aprire la strada a calcoli di consenso, sondaggi alla mano. Un’inversione a U che sa di trasformismo opportunista: dietro quella bandiera autoproclamata integerrima, ma che non esitano a trasformare in banderuola, svolazzando da sinistra a destra proprio sui temi che dovrebbero restituire alla politica il suo senso più alto. Le questioni civili, i diritti dell’essere umano, sacrificati sull’altare della tattica di palazzo. Con buona pace di quella parte non marginale di elettorato che, forse, alla novità politica del Movimento ci aveva creduto.


Post scriptum: 
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Maurizio Murante (Democratico) 

Dichiarazione a titolo personale

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