Mentre siamo tutti concentrati a
scoprire come saranno i palinsesti della RAI del prossimo autunno,
sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico, va avanti la
consultazione
#cambieRai, il cui questionario sarà on-line fino al
30 giugno. Chi vuol partecipare fa ancora in tempo... La mia risposta
alla domanda “qual'è la Rai che vorrei?” parte dall'utilizzo di
quanto recuperato dell'evasione del Canone, tenendo presente che è
un progetto partecipativo che coinvolge i cittadini nelle scelte di
una RAI per il futuro prossimo. I nuovi compiti per Rai: Il dovere di
raccontare l'Italia al mondo e quello di promuovere la produzione di
contenuti specifici per Internet, sviluppando una innovativa
piattaforma che ci permetta di competere nell'era di Neflix.
Cercare di soddisfare sia le esigenze dei telespettatori di casa
nostra, sia quello dei mercati internazionali. Potrebbe essere
necessario un profondo rinnovamento editoriale: accrescere i
contenuti audiovisivi , per creare un sistema distributivo, basato
sulle specificità italiane ed indirizzato ai Mercati che hanno
forte curiosità e disponibilità per “l'Italianità” come i
paesi più lontani America, Cina , Giappone e quelli più vicini ed
emergenti come quelli del Mediterraneo e dei Paesi di Cultura Araba e
dell'Estremo Oriente. Il servizio pubblico dovrà favorire lo
sviluppo di progetti che possano avere circolazione all'estero
tramite le coproduzione di serie, dall'identità marcatamente
italiana, ma con linguaggi, stile visivo e formati appetibili anche
ad altri paesi. Limitare la dipendenza dai format internazionali. Una
maggiore attenzione ai giovani talenti ,in una logica di crecita
complessiva, una strategia funzionale rivolta a giovani autori,
attori, tecnici...che perpetuino la tradizione italiana per la musica
e la cultura; anche per la necessità di rivolgersi al pubblico delle
nuove generazioni. Più contenuti per tutti: ficton, documentari,
animazione per ogni fascia d'età. Investire in startup audiovisivo.
Anche se ciò dovrà passare attraverso la sperimentazione di
linguaggi comunicativi innovativi, alla sperimentazzione, dedicando
spazi e risorse alla ricerca e sviluppo di nuovi contenuti e alla
valorizzazzione di diverse figure professionali (autori, produttori,
registi, videomaker, artisti e nuovi talenti). La Rai si deve
impegnare di più nella produzione di programmi per digitale
terrestre, satellitare, web, etc., in modo da essere visibile non
solo su, televisori, ma anche su tablet, smartphone e pc. In virtù
di tale sfide, occorreranno investimenti tecnologici per migliora la
qualità delle trasmissione in Hd e Super Hd, tenendo presente che
la trasmissione digitale terrestre è attualmente la piattaforma
primaria dell'offerta free. Un nuovo Maestro Manzi oggi potrebbe
lavorare per ridurre l'analfabetismo digitale che soffoca il nostro
Paese, come risulta da tutte le statistiche di merito. Il servizio
pubblico dovrebbe svilupparsi in direzione di educare, divertire ed
informare, mettendo a disposizione dei ragazzi e delle scuole il
grande patrimonio delle proprie teche, in forma digitale.
Realizzazione di nuovi progetti dedicati a questo ambito, che
riprendano ed aggiornino le esperienze come quelle di “MediaMente”
e della capacità di alfabetizzazione di base, che Rai aveva mostrato
nella stagione storica di maggior successo della televisione
educativa, attraverso i programmi come “Telescuola” e “Non è
mai troppo tardi.” Bisognerebbe anche reperire i mezzi per una
ulteriore diminuzione del canone, magari non generalizzato, ma
indirizzato verso le esenzioni per meno abbienti e riduzioni o
sospensioni, solo limitate nel tempo, per coloro in difficoltà
economiche momentanee, legate, per esempio, alla Disoccupazione.