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Cosa significa fare Politica?

Cosa significa fare Politica?
Significa impegnarsi in un servizio, darsi da fare per la comunità, scegliere di spendere una parte del proprio tempo a progettare e realizzare idee che abbiamo come obiettivo il bene comune, il miglioramento della vita non solo propria, ma di una comunità. Fare politica vuol dire interessarsi ai problemi di tutti, cercando di risolverli nel modo migliore; vuole dire scegliere mettersi in discussione, esporsi personalmente con le proprie idee e i propri valori. Fare politica vuol dire cercare di concretizzare ideali. Parlare di politica vuol dire parlare dell'uomo, di lavoro, istruzione, salute, vita, morte, famiglia, ambiente, sviluppo, sicurezza, e ogni altra componete della città dell'uomo. Fare politica significa, ogni giorno, creare consensi attraverso l'esempio, rendendo note le proprie scelte e spiegandone la coerenza. Fare politica significa creare cultura, fornire strumenti per la lettura della realtà, far crescere uomini coerenti e affidabili per non lasciare agli altri una egemonia che non meritano. Significa animare confronti, sollecitare opinioni, non smarrire la visione d'insieme offrendo a tutti la possibilità di sentire propria la battaglia politica e di parteciparvi secondo le proprie possibilità. Gli "uomini liberi e forti" devono trovare il coraggio per impegnarsi in prima persona, con l'obiettivo di garantire a tutti il proprio impegno per un futuro migliore senza farsi prendere della tentazione di salire sul carro dei vincitori, ma lottando per ciò che sentono essere giusto.

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"Oggi viviamo come nel labirinto di Minosse ed il Blog è il moderno filo di Arianna ci servirà per uscire! Oggi il ogni campo dello scibile umano devi essere schierato, devi fare parte di un gruppo ossia o sei un Leader o sei un Mr Ok. Il Pd è libertà questo vuol dire pensare ed esprimere le proprie idee. E Confrontarsi. I doveri del' iscritto al Partito Democratico sono di ascoltare, mettere a fuoco, i problemi del territorio e suggerire soluzioni ed anche intervenire. Anche i Blog dovrebbe essere strumento di confronto, di collaborazione, che fa eco al disagio."

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giovedì 23 ottobre 2014

#Cantiere2015 Veneto e Primarie

Il Veneto mi pare abbia la necessità di essere rinnovato: fino ad oggi mi pare che l’attenzione sia stata soprattutto centrata ai problemi inerenti la conservazione dei privilegi esistenti ed alla ricerca di nuovi vantaggi particolari, in sintesi alla tutela dei diritti acquisiti da coloro che a torto o ragione fanno i conti “con le dieci dita, sulla punta del naso”.
Dimenticando i problemi di una mobilità allo stallo e di un inquinamento alle stelle.
Il veneto ha un “gap” viabilistico rispetto a molte altre Regioni: non solo Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna, ma anche Marche, Abruzzo e Sardegna.
Possibile che per andare da Vicenza a Conegliano ci vogliano 90 minuti?
Per recarsi da un capo all’altro di Verona ce ne vogliano 45 e che ci siano voluti 30 anni per fare la tangenziale Sud di Verona?
Nel 1970 dal Lago di Garda a Lignano era un Calvario e dobbiamo, proprio, chiederci perché da tutta l’Europa non si sono mai stancati di venire in vacanza qui da noi.
Da quando fu costruita l’A4 , cinquanta anni fa, si mostrò insufficiente ed ancora oggi dobbiamo terminare la triplice corsia per Trieste.
Il biglietto unico Regionale è un sogno?
Una Sanità che apparentemente ha i conti più in ordine delle altre Regioni, ma che ha tempi biblici per un esame od una visita specialistica.
È di eccellenza per la qualità di tutti gli operatori, dall’ Infermiere al primario, vengono dalle altre Regioni a curarsi qui, e bisogna riconoscerlo, per merito degli uomini (che non sono solo Veneti) ma non possono i politici, fin qui, assumersene il merito e moltissimo c’è da fare.
Ciò che riguarda il lavoro e soprattutto il futuro delle nuove generazioni è solo argomento di tavole rotonde.
Il mercato globale fino ad oggi è stato combattuto ed avversato nella utopistica convinzione di essere noi esseri superiori che occupano una posizione al di sopra della concorrenza e con protervia e presunzione vogliamo esportare senza metterci in competizione.
Ci siamo illusi che uscendo dall’ Europa ed elevando frontiere per dividerci dal resto dell’Italia avremmo potuto edificare il nuovo Eden.
Confido che la nostra gente si sia resa conto che tutto ciò che è stato fatto non è adeguato al nostro tempo, che voglia cambiare e voglia sentirsi dire che si può iniziare a modificare le cose.
La lista di ciò che c’è da fare è infinita e c’è bisogno di darsi delle priorità. Serve un Governatore che abbia 3 qualità specifiche: determinazione, esperienza e perseveranza, che possa contare su una squadra di leader nelle varie competenze, alla quale affidare un compito specifico a ciascuno di essi.
Solo una equipe può stilare un programma sintetico e preciso, un calendario di priorità che costituisca un messaggio recepibile, sintetico e chiaro per arrivare a tutti, risvegliare le coscienze e infondere speranza.
Il 50% degli elettori non va più a votare perché è confuso, è disilluso ed è rimasto senza alcuna speranza: è stato tradito da tutti quelli che hanno promesso e non hanno mantenuto. Restano a casa piuttosto che andare a votare per quelli che hanno promesso e che non hanno mantenuto, votare per coloro che hanno ricevuto un mandato e non lo hanno portato a compimento,o votare per tutti quelli che passano da una poltrona all’altra.
Quegli altri che oggi vanno a votare perché lo sentono come dovere o diritto e che votano per altre mille personali convinzioni, votano a caso.

Risultato finale è l’ingovernabilità e non è lo stallo, ma molto peggio: ossia il peggioramento della situazione pregressa.

Maurizio Murante (Democratico) 
Dichiarazione a titolo personale
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