Il Veneto mi pare abbia la
necessità di essere rinnovato: fino ad oggi mi pare che l’attenzione
sia stata soprattutto centrata ai problemi inerenti la conservazione
dei privilegi esistenti ed alla ricerca di nuovi vantaggi
particolari, in sintesi alla tutela dei diritti acquisiti da coloro
che a torto o ragione fanno i conti “con le dieci dita, sulla punta
del naso”.
Dimenticando i problemi di
una mobilità allo stallo e di un inquinamento alle stelle.
Il veneto ha un “gap”
viabilistico rispetto a molte altre Regioni: non solo Piemonte,
Lombardia ed Emilia-Romagna, ma anche Marche, Abruzzo e Sardegna.
Possibile che per andare
da Vicenza a Conegliano ci vogliano 90 minuti?
Per recarsi da un capo
all’altro di Verona ce ne vogliano 45 e che ci siano voluti 30 anni
per fare la tangenziale Sud di Verona?
Nel 1970 dal Lago di Garda
a Lignano era un Calvario e dobbiamo, proprio, chiederci perché da
tutta l’Europa non si sono mai stancati di venire in vacanza qui da
noi.
Da quando fu costruita
l’A4 , cinquanta anni fa, si mostrò insufficiente ed ancora oggi
dobbiamo terminare la triplice corsia per Trieste.
Il biglietto unico
Regionale è un sogno?
Una Sanità che
apparentemente ha i conti più in ordine delle altre Regioni, ma che
ha tempi biblici per un esame od una visita specialistica.
È di eccellenza per la
qualità di tutti gli operatori, dall’ Infermiere al primario,
vengono dalle altre Regioni a curarsi qui, e bisogna riconoscerlo,
per merito degli uomini (che non sono solo Veneti) ma non possono i
politici, fin qui, assumersene il merito e moltissimo c’è da fare.
Ciò che riguarda il
lavoro e soprattutto il futuro delle nuove generazioni è solo
argomento di tavole rotonde.
Il mercato globale fino ad
oggi è stato combattuto ed avversato nella utopistica convinzione di
essere noi esseri superiori che occupano una posizione al di sopra
della concorrenza e con protervia e presunzione vogliamo esportare
senza metterci in competizione.
Ci siamo illusi che
uscendo dall’ Europa ed elevando frontiere per dividerci dal resto
dell’Italia avremmo potuto edificare il nuovo Eden.
Confido che la nostra
gente si sia resa conto che tutto ciò che è stato fatto non è
adeguato al nostro tempo, che voglia cambiare e voglia sentirsi dire
che si può iniziare a modificare le cose.
La lista di ciò che c’è
da fare è infinita e c’è bisogno di darsi delle priorità. Serve
un Governatore che abbia 3 qualità specifiche: determinazione,
esperienza e perseveranza, che possa contare su una squadra di leader
nelle varie competenze, alla quale affidare un compito specifico a
ciascuno di essi.
Solo una equipe può
stilare un programma sintetico e preciso, un calendario di priorità
che costituisca un messaggio recepibile, sintetico e chiaro per
arrivare a tutti, risvegliare le coscienze e infondere speranza.
Il 50% degli elettori non
va più a votare perché è confuso, è disilluso ed è rimasto senza
alcuna speranza: è stato tradito da tutti quelli che hanno promesso
e non hanno mantenuto. Restano a casa piuttosto che andare a votare
per quelli che hanno promesso e che non hanno mantenuto, votare per
coloro che hanno ricevuto un mandato e non lo hanno portato a
compimento,o votare per tutti quelli che passano da una poltrona
all’altra.
Quegli altri che oggi
vanno a votare perché lo sentono come dovere o diritto e che votano
per altre mille personali convinzioni, votano a caso.
Risultato finale è
l’ingovernabilità e non è lo stallo, ma molto peggio: ossia il
peggioramento della situazione pregressa.
Maurizio Murante (Democratico)
Dichiarazione a titolo personale
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