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Cosa significa fare Politica?

Cosa significa fare Politica?
Significa impegnarsi in un servizio, darsi da fare per la comunità, scegliere di spendere una parte del proprio tempo a progettare e realizzare idee che abbiamo come obiettivo il bene comune, il miglioramento della vita non solo propria, ma di una comunità. Fare politica vuol dire interessarsi ai problemi di tutti, cercando di risolverli nel modo migliore; vuole dire scegliere mettersi in discussione, esporsi personalmente con le proprie idee e i propri valori. Fare politica vuol dire cercare di concretizzare ideali. Parlare di politica vuol dire parlare dell'uomo, di lavoro, istruzione, salute, vita, morte, famiglia, ambiente, sviluppo, sicurezza, e ogni altra componete della città dell'uomo. Fare politica significa, ogni giorno, creare consensi attraverso l'esempio, rendendo note le proprie scelte e spiegandone la coerenza. Fare politica significa creare cultura, fornire strumenti per la lettura della realtà, far crescere uomini coerenti e affidabili per non lasciare agli altri una egemonia che non meritano. Significa animare confronti, sollecitare opinioni, non smarrire la visione d'insieme offrendo a tutti la possibilità di sentire propria la battaglia politica e di parteciparvi secondo le proprie possibilità. Gli "uomini liberi e forti" devono trovare il coraggio per impegnarsi in prima persona, con l'obiettivo di garantire a tutti il proprio impegno per un futuro migliore senza farsi prendere della tentazione di salire sul carro dei vincitori, ma lottando per ciò che sentono essere giusto.

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"Oggi viviamo come nel labirinto di Minosse ed il Blog è il moderno filo di Arianna ci servirà per uscire! Oggi il ogni campo dello scibile umano devi essere schierato, devi fare parte di un gruppo ossia o sei un Leader o sei un Mr Ok. Il Pd è libertà questo vuol dire pensare ed esprimere le proprie idee. E Confrontarsi. I doveri del' iscritto al Partito Democratico sono di ascoltare, mettere a fuoco, i problemi del territorio e suggerire soluzioni ed anche intervenire. Anche i Blog dovrebbe essere strumento di confronto, di collaborazione, che fa eco al disagio."

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martedì 7 ottobre 2014

Lettera di un amico: "Sicurezza su lavoro, bisogna agire"

Mi  è piaciuta la lettera di un ragazzo e lo riporto, perché ritengo che si possano esprimere pensieri ed opinioni: 

"Anche questa settimana si è aperta con dei morti sul lavoro. E per ogni settimana che si chiude, dobbiamo fare i conti con il numero dei caduti sul luogo di lavoro, le cosiddette morti bianche, con cifre degne di un bollettino di guerra. Qualcosa per limitare il fenomeno è stato fatto, però ancora non è sufficiente.

E l’attenzione per tale tematica dev’essere rivolta da tutte le parti coinvolte, da quella dei lavoratori, a quella dei datori di lavoro.
La legge 626 del 1994 e il testo unico sulla sicurezza sul lavoro (TUSL 81/2008) sono una buona base normativa, poiché la prima ha il merito di aver investito molto sulla protezione materiale dei lavoratori (dispositivi individuali, sicurezza dei macchinari e delle attrezzature), mentre la seconda ha integrato questa materia, oltre ad aggiungere la formazione dei lavoratori in materia di sicurezza. Ora però è venuta l’ora del giro di vite. Queste norme vanno fatte rispettare con maggior efficacia rispetto a quanto fatto in passato. Non si può continuare a stare seduti a guardare quello che accade con le braccia conserte. Bisogna agire. Sia sulle procedure delle lavorazioni che si svolgono, che devono soddisfare un certo livello di sicurezza, sia sui dispositivi di protezione usati, che devono essere in regola, manutentati e sostituiti qualora non fossero più in grado di soddisfare il compito di protezione assegnatoli.
E infine i controlli. I controlli ci sono, ma devono essere aumentati. Perché se la morte di un lavoratore è dovuta ad un errore umano, la si può imputare il più delle volte alla fatalità. Ma se la morte di un lavoratore è dovuta ad un elemento di un macchinario che non funzionava correttamente, o peggio, ad un dispositivo di sicurezza che non funzionava, l’evento deriva da una causa di natura oggettiva, che può essere almeno ridotta in termini di gravità e di periodicità, tramite controlli periodici degli enti preposti su macchinari e attrezzature. Solo tramite queste misure riusciremo a diminuire in maniera efficiente gli infortuni, anche quelli mortali. Perché di lavoro non si può morire."

Angelo Tonello*
*Segretario del Circolo 7 PD Vicenza. 

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