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Cosa significa fare Politica?

Cosa significa fare Politica?
Significa impegnarsi in un servizio, darsi da fare per la comunità, scegliere di spendere una parte del proprio tempo a progettare e realizzare idee che abbiamo come obiettivo il bene comune, il miglioramento della vita non solo propria, ma di una comunità. Fare politica vuol dire interessarsi ai problemi di tutti, cercando di risolverli nel modo migliore; vuole dire scegliere mettersi in discussione, esporsi personalmente con le proprie idee e i propri valori. Fare politica vuol dire cercare di concretizzare ideali. Parlare di politica vuol dire parlare dell'uomo, di lavoro, istruzione, salute, vita, morte, famiglia, ambiente, sviluppo, sicurezza, e ogni altra componete della città dell'uomo. Fare politica significa, ogni giorno, creare consensi attraverso l'esempio, rendendo note le proprie scelte e spiegandone la coerenza. Fare politica significa creare cultura, fornire strumenti per la lettura della realtà, far crescere uomini coerenti e affidabili per non lasciare agli altri una egemonia che non meritano. Significa animare confronti, sollecitare opinioni, non smarrire la visione d'insieme offrendo a tutti la possibilità di sentire propria la battaglia politica e di parteciparvi secondo le proprie possibilità. Gli "uomini liberi e forti" devono trovare il coraggio per impegnarsi in prima persona, con l'obiettivo di garantire a tutti il proprio impegno per un futuro migliore senza farsi prendere della tentazione di salire sul carro dei vincitori, ma lottando per ciò che sentono essere giusto.

Labirinto Minosse

"Oggi viviamo come nel labirinto di Minosse ed il Blog è il moderno filo di Arianna ci servirà per uscire! Oggi il ogni campo dello scibile umano devi essere schierato, devi fare parte di un gruppo ossia o sei un Leader o sei un Mr Ok. Il Pd è libertà questo vuol dire pensare ed esprimere le proprie idee. E Confrontarsi. I doveri del' iscritto al Partito Democratico sono di ascoltare, mettere a fuoco, i problemi del territorio e suggerire soluzioni ed anche intervenire. Anche i Blog dovrebbe essere strumento di confronto, di collaborazione, che fa eco al disagio."

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sabato 13 giugno 2020

Black Lives Matter centinaia in piazza anche lo sport


"NON RESPRO".
I valori sportivi creano uomini veri! Tante persone generose hanno fatto donazioni importanti per contribuire alla guerra contro il Coronavirus. I giovani sono scesi in piazza contro il razzismo , l'apartheid. e le violenze delle polizia. È un fermento positivo che alimenta le speranze, di una futura, maggiore, presa di coscienza da parte dei giovani e del  loro coinvolgimento ed impegno nella ricerca delle soluzioni ai problemi dell'umanità.


"Nell’articolo che avevo promesso alla “riunione redazionale”, avevo detto che avrei trattato un argomento totalmente diverso. Avrei dovuto parlare dei collaboratori sportivi in tempi di Covid-19 e spiegarvi una serie di dinamiche che stanno rallentando i nostri bonus del governo e il fatto che molte persone (alcune molto più di me, che faccio parte della categoria) siano con l’acqua alla gola per molteplici motivazioni. Giuro e spergiuro che tornerò sulla questione la prossima volta, ma non si poteva lasciar correre. So che quello che seguirà è un panegirico abbastanza lungo e magari anche complesso, ma cerchiamo di mettere insieme i pezzi per arrivare al punto a cui vorrei arrivare. Premetto anche che, non sapendo le vostre conoscenze di sport in materia, per alcuni di voi certe informazioni contenute in questo pezzo potrebbero essere pleonastiche. I fatti sono ormai noti: la scorsa settimana, a Minneapolis, Minnesota, USA, un afroamericano di nome George Floyd è morto mentre veniva arrestato dalla polizia. Chi era George Floyd? 46 anni, guardia di sicurezza in un ristorante latino americano chiamato Conga Latin Bistro, una persona assolutamente nella norma con un lavoro normale, una casa normale e un mutuo normale. Nella giornata di lunedì 25 maggio, un fruttivendolo chiama la polizia perché il signor Floyd sta cercando di pagare con un assegno falso. All’arrivo delle forze dell’ordine, questi oppone resistenza e alla fine viene bloccato a terra dai poliziotti. Fino a qui, non c’è assolutamente niente di strano: reato volontario, errore di negligenza, tentata truffa, o qualsiasi altra ragione avesse spinto Floyd a cercare di pagare con un assegno falso non è sotto esame. Lo sarebbe, lo potrebbe essere, se fosse arrivato in centrale e avesse avuto la possibilità di difendersi normalmente e regolarmente, per essere poi rilasciato o mantenuto in centrale, assolto o condannato da una corte di giustizia. Ma George Floyd non è mai nemmeno salito nell’auto della polizia, perchè è morto sull’asfalto di Minneapolis a causa di una violenza dello stesso poliziotto che l’ha arrestato. Questi ha infatti soffocato Floyd schiacciandogli il collo a terra con il ginocchio, tra i lamenti straziati e strazianti della vittima. Il tutto sotto gli occhi delle videocamere degli smartphone dei passanti, che hanno immortalato il momento. Dalla roca e strozzata voce della vittima si sente solo una frase: “I can’t breathe”, io non respiro ..."

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