- Comunicato PD Vicenza Città
Leggiamo il Comunicato infarcito di stizzita acrimonia del vicesindaco Matteo Celebron nei confronti del Capogruppo in Regione del nostro partito, Giacomo Possamai, che ha preso posizione sulla questione del nome del Parco della Pace. Comprendiamo le ragioni di tale acrimonia che poggiano secondo noi nel vero panico che pervade il centrodestra nel constatare che, a parità di situazioni e senza bandiere ideologiche, non ci sarebbe confronto in qualunque competizione elettorale, sul piano delle idee e della statura politica fra lo stesso Possamai e qualunque esponente del centro destra, come dimostrano anche i risultati ottenuti alla regionali dell’anno scorso. Ma a noi non spetta difendere Possamai che sicuramente è in grado di farlo da solo, quanto sottolineare alcune vere perle dell’esponente leghista. Lui esponente di un amministrazione che gode di un lascito incredibile in termine di opere, opere che la sua Amministrazione stenta a portare a compimento accusa i suoi predecessori di non avere fatto nulla. L’elenco delle opere pensate, ideate, progettate, finanziate e in parte realizzate dalla passate amministrazione è lunghissimo e purtroppo molte non procedono o procedono lentamente, come è evidente nel caso della Bretella dell’Albera, dello stesso Parco della Pace, della Centrale del Latte, della viabilità di Ponte Alto, delle piazze di Bertesina, di Maddalene e di Polegge (unica portata a compimento) dei parcheggi di Via Cattaneo e di Viale Framarin.
Ma soprattutto lui, Assessore allo sport, che dopo tre anni e più di mandato e ad un anno e mezzo dalla conclusione della carica non può mettere nel conto delle opere fatte che alcune manutenzioni di palestre mentre nel bilancio delle tanto vetuperate amministrazioni precedenti ci sono 6 campi da calcio in sintetico (che hanno sostituito impianti ridotti spesso alla terra battuta se non al fango), 4 tensostrutture, la copertura della tribuna del Campo Scuola di atletica, il completamento del campo di Baseball di Sant’Agostino. Un bilancio oggettivo e non contestabile che farebbe vergognare e che invece autorizza Celebron a spargere veleni.
Ma è sulla questione di fondo, quella del nome del Parco della Pace che Celebron non si rende conto di sbagliare registro. Una cosa ha certamente dimostrato la triste vicenda del Dal Din: Vicenza è un città che ha vissuto nel suo passato eventi bellici importanti che hanno lasciato strascichi e conseguenze di lutti e devastazioni e ripudia la guerra in tutte le sue componenti. Chi ripudia la guerra non può che amare la Pace. E mettere in discussione questo dogma significa rischiare di isolarsi e di perdere. E’ successo tredici anni orsono, può tornare a succedere nuovamente. Lasci perdere le polemiche, i cambi di nome, e si metta a lavorare per portare a casa quei risultati che finora non si sono visti.
Il Segretario del Partito Democratico di Vicenza
Federico Formisano
- Comunicato Giacomo Possamai
“È surreale che la maggioranza pensi di cambiare nome al Parco della Pace, giustificandosi con la necessità di trovare qualcosa di più attinente con la città. In realtà fanno un torto proprio alla storia recente di Vicenza: quell’area nasce dalla battaglia pacifica dei vicentini contro la nuova base militare. È un nome con un valore simbolico forte, legato a una mobilitazione popolare durata anni, che ha portato a ottenere dallo Stato la concessione di una parte dell’ex aeroporto per realizzare un grande parco urbano, durante l’amministrazione Variati. La Giunta Rucco anziché giocare a Scarabeo con i possibili nomi del parco, dovrebbe preoccuparsi e lavorare per renderlo fruibile in tempi rapidi rispettando il cronoprogramma, anziché perdersi in discussioni francamente ridicole” Il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Giacomo Possamai interviene sulle polemiche legate alla modifica del nome dell’area di 630mila metri quadri acquisito in concessione dal Comune nel 2011, con sindaco Variati e poi passato definitivamente dal Demanio alla città sei anni dopo, nel 2017. “Definire la pace come un tema ideologico o divisivo è semplicemente assurdo. Non stiamo parlando di un parco dedicato a un pericoloso sovversivo o a una figura controversa; eppure fin dal suo insediamento la maggioranza tira fuori periodicamente la questione, dopo aver promesso stravolgimenti al progetto originario, frutto di un importante percorso di partecipazione, per fortuna mai realizzati”.
“E proprio in nome della partecipazione –
aggiunge – è impensabile che sia una singola parte politica o anche la
commissione Toponomastica a decidere un eventuale cambio di
intitolazione: nel malaugurato caso che il sindaco Rucco, finora
silente, volesse proseguire su questa linea è giusto che siano i
cittadini a scegliere con una consultazione popolare”