Da tempo critichiamo il modo in cui la politica regionale è gestita in Veneto. Ma oggi voglio concentrarmi su un fatto che non è solo un dettaglio burocratico, ma un sintomo grave: il palese disinteresse del Presidente Luca Zaia per il lavoro del Consiglio Regionale.
Per chi non segue la politica locale, il Consiglio Regionale è il cuore pulsante della democrazia: è dove si discutono, si modificano e si approvano le leggi che incidono sulla nostra vita (sanità, ambiente, trasporti). È la sede del confronto democratico e del controllo sulla Giunta.
Eppure, il Presidente è regolarmente assente.
Caso Eclatante: Il Bilancio Sostituito dalla Conferenza Stampa
Il punto culminante della critica si è verificato in occasione della seduta finale della legislatura (fine settembre 2025), dove il Consiglio doveva votare l'Esercizio Provvisorio di Bilancio – una decisione cruciale che limita la capacità di spesa della Regione per i mesi successivi.
Il Contratto Istituzionale Frantumato:
L'Assenza Critica: Nonostante le richieste esplicite dell'opposizione di presenziare e assumersi la responsabilità di questa scelta finanziaria (ritenuta da loro una "fine ingloriosa" dell'era Zaia), il Presidente era assente da Palazzo Ferro Fini (sede del Consiglio).
L'Alternativa: Contemporaneamente, Zaia stava tenendo una conferenza stampa a Palazzo Balbi (sede della Giunta) per promuovere eventi o iniziative già approvate.
La "Raid" dell'Opposizione: Per protestare contro questa preferenza per la comunicazione esterna rispetto al confronto istituzionale, i Consiglieri di opposizione (PD, M5S, AVS, ecc.) hanno abbandonato l'Aula e si sono recati in "raid" a Palazzo Balbi per consegnare di persona l'invito a partecipare.
La democrazia del Veneto è in crisi di presenze.
Abbiamo analizzato perché il Presidente Zaia mostra un palese disinteresse per il lavoro del Consiglio Regionale. Mentre si prendono decisioni vitali (Sanità, Bilancio), la priorità è la comunicazione e non il confronto in Aula. Basta scambiare il servizio con lo show. La nostra Regione merita rispetto.
| Anno | Percentuale di Presenza (% Presenze stimate) |
| 2015 | 18% |
| 2016 | 15% |
| 2017 | 14% |
| 2018 | 13% |
| 2019 | 12% |
| 2020 | 10% |
| 2021 | 9% |
| 2022 | 8% |
| 2023 | 7% |
| 2024 | 6% |
| 2025 | 6% |
Amici, è il momento di smascherare il gioco. La candidatura di Luca Zaia a Consigliere Regionale in tutte e sette le province del Veneto non è un atto di servizio al territorio, ma la tappa più cinica di un piano di salvataggio personale e un'operazione di potere della Lega.
Il messaggio che ci arriva è inequivocabile: il Consiglio Regionale è solo un trampolino di lancio per il Parlamento a Roma.
Il Copione è Scontato
Il Presidente Zaia sa bene che il suo mandato è scaduto. La legge gli impedisce una quarta presidenza. E cosa fa? Non si ritira, ma orchestra una "messa in scena" elettorale:
Si fa eleggere Consigliere: Sfruttando la sua popolarità in tutto il Veneto, Zaia si garantisce il seggio e l'immunità, mantenendo un piede dentro la politica veneta.
Il Contropotere di Salvini: Entra in gioco Matteo Salvini, il segretario della Lega, che promette apertamente a Zaia una candidatura alle elezioni suppletive per la Camera dei Deputati (nel collegio che si libererà).
Il Salto a Roma: Una volta eletto Deputato in un collegio sicuro (grazie al paracadute di partito), Zaia si dimetterà dal Consiglio Regionale pochi mesi dopo la sua elezione, lasciando ad altri il lavoro faticoso in Veneto.
La Vecchia Manovra per la Carriera
Questo schema è l'emblema di una politica che disprezza le Istituzioni locali.
Il Disinteresse: La candidatura in Consiglio è solo un mezzo. È l'anticamera per la poltrona romana, che offre maggiore visibilità, potere e, diciamocelo chiaramente, migliori retribuzioni.
L'Accusa: Questo modus operandi non fa che confermare l'accusa più amara: Zaia usa il Veneto e il suo consenso per garantirsi una carriera personale e stipendi più alti a Roma, proprio come facevano i vecchi boss della Lega. È l'ennesimo trucco elettorale che svilisce la fiducia dei cittadini.
Che Zaia voglia creare un suo programma TV locale in Veneto per mantenere il contatto con la base, come suggerito da alcuni, è perfettamente coerente con il suo stile: massima comunicazione controllata, minimo confronto istituzionale.
Mentre il Veneto affronta liste d'attesa infinite in sanità e l'incognita dell'Autonomia Differenziata, il suo Presidente è già in fuga, pronto a lasciare il "Palazzo Vuoto" per volare a Montecitorio.
Noi non siamo fessi. Il Veneto merita rispetto, non un "biglietto di sola andata" per una carriera personale.
Basta con la politica usata come un bancomat! È ora di votare chi resta e lavora sul serio per la nostra Regione.
Cosa ne pensate di questo esodo imminente? Lasciate un commento qui sotto.