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Cosa significa fare Politica?

Cosa significa fare Politica?
Significa impegnarsi in un servizio, darsi da fare per la comunità, scegliere di spendere una parte del proprio tempo a progettare e realizzare idee che abbiamo come obiettivo il bene comune, il miglioramento della vita non solo propria, ma di una comunità. Fare politica vuol dire interessarsi ai problemi di tutti, cercando di risolverli nel modo migliore; vuole dire scegliere mettersi in discussione, esporsi personalmente con le proprie idee e i propri valori. Fare politica vuol dire cercare di concretizzare ideali. Parlare di politica vuol dire parlare dell'uomo, di lavoro, istruzione, salute, vita, morte, famiglia, ambiente, sviluppo, sicurezza, e ogni altra componete della città dell'uomo. Fare politica significa, ogni giorno, creare consensi attraverso l'esempio, rendendo note le proprie scelte e spiegandone la coerenza. Fare politica significa creare cultura, fornire strumenti per la lettura della realtà, far crescere uomini coerenti e affidabili per non lasciare agli altri una egemonia che non meritano. Significa animare confronti, sollecitare opinioni, non smarrire la visione d'insieme offrendo a tutti la possibilità di sentire propria la battaglia politica e di parteciparvi secondo le proprie possibilità. Gli "uomini liberi e forti" devono trovare il coraggio per impegnarsi in prima persona, con l'obiettivo di garantire a tutti il proprio impegno per un futuro migliore senza farsi prendere della tentazione di salire sul carro dei vincitori, ma lottando per ciò che sentono essere giusto.

Labirinto Minosse

"Oggi viviamo come nel labirinto di Minosse ed il Blog è il moderno filo di Arianna ci servirà per uscire! Oggi il ogni campo dello scibile umano devi essere schierato, devi fare parte di un gruppo ossia o sei un Leader o sei un Mr Ok. Il Pd è libertà questo vuol dire pensare ed esprimere le proprie idee. E Confrontarsi. I doveri del' iscritto al Partito Democratico sono di ascoltare, mettere a fuoco, i problemi del territorio e suggerire soluzioni ed anche intervenire. Anche i Blog dovrebbe essere strumento di confronto, di collaborazione, che fa eco al disagio."

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venerdì 21 novembre 2025

IL PALAZZO È VUOTO: Luca Zaia preferisce la telecamera all'Aula. Assente in Consiglio Regionale sui voti cruciali. - "Il Consiglio non è un optional".

Da tempo critichiamo il modo in cui la politica regionale è gestita in Veneto. Ma oggi voglio concentrarmi su un fatto che non è solo un dettaglio burocratico, ma un sintomo grave: il palese disinteresse del Presidente Luca Zaia per il lavoro del Consiglio Regionale.

Per chi non segue la politica locale, il Consiglio Regionale è il cuore pulsante della democrazia: è dove si discutono, si modificano e si approvano le leggi che incidono sulla nostra vita (sanità, ambiente, trasporti). È la sede del confronto democratico e del controllo sulla Giunta.

Eppure, il Presidente è regolarmente assente.

 Caso Eclatante: Il Bilancio Sostituito dalla Conferenza Stampa

Il punto culminante della critica si è verificato in occasione della seduta finale della legislatura (fine settembre 2025), dove il Consiglio doveva votare l'Esercizio Provvisorio di Bilancio – una decisione cruciale che limita la capacità di spesa della Regione per i mesi successivi.

Il Contratto Istituzionale Frantumato:

  1. L'Assenza Critica: Nonostante le richieste esplicite dell'opposizione di presenziare e assumersi la responsabilità di questa scelta finanziaria (ritenuta da loro una "fine ingloriosa" dell'era Zaia), il Presidente era assente da Palazzo Ferro Fini (sede del Consiglio).

  2. L'Alternativa: Contemporaneamente, Zaia stava tenendo una conferenza stampa a Palazzo Balbi (sede della Giunta) per promuovere eventi o iniziative già approvate.

  3. La "Raid" dell'Opposizione: Per protestare contro questa preferenza per la comunicazione esterna rispetto al confronto istituzionale, i Consiglieri di opposizione (PD, M5S, AVS, ecc.) hanno abbandonato l'Aula e si sono recati in "raid" a Palazzo Balbi per consegnare di persona l'invito a partecipare.


La democrazia del Veneto è in crisi di presenze.

Abbiamo analizzato perché il Presidente Zaia mostra un palese disinteresse per il lavoro del Consiglio Regionale. Mentre si prendono decisioni vitali (Sanità, Bilancio), la priorità è la comunicazione e non il confronto in Aula. Basta scambiare il servizio con lo show. La nostra Regione merita rispetto.

AnnoPercentuale di Presenza (% Presenze stimate)
201518%
201615%
201714%
201813%
201912%
202010%
20219%
20228%
20237%
20246%
20256%
(Questi dati sono basati su articoli e stime pubbliche, e servono a evidenziare il problema della scarsa partecipazione in aula rispetto alla visibilità mediatica.) - Trend: In costante discesa. Da circa 18% di presenze nel 2015 a meno del 6% nel 2025.  

Nonostante la forte presenza mediatica, la partecipazione effettiva ai lavori del Consiglio Regionale appare in costante calo da 10 anni. La rappresentanza istituzionale richiede anche presenza, non solo visibilità.

Amici, è il momento di smascherare il gioco. La candidatura di Luca Zaia a Consigliere Regionale in tutte e sette le province del Veneto non è un atto di servizio al territorio, ma la tappa più cinica di un piano di salvataggio personale e un'operazione di potere della Lega.

Il messaggio che ci arriva è inequivocabile: il Consiglio Regionale è solo un trampolino di lancio per il Parlamento a Roma.

 Il Copione è Scontato

Il Presidente Zaia sa bene che il suo mandato è scaduto. La legge gli impedisce una quarta presidenza. E cosa fa? Non si ritira, ma orchestra una "messa in scena" elettorale:

  1. Si fa eleggere Consigliere: Sfruttando la sua popolarità in tutto il Veneto, Zaia si garantisce il seggio e l'immunità, mantenendo un piede dentro la politica veneta.

  2. Il Contropotere di Salvini: Entra in gioco Matteo Salvini, il segretario della Lega, che promette apertamente a Zaia una candidatura alle elezioni suppletive per la Camera dei Deputati (nel collegio che si libererà).

  3. Il Salto a Roma: Una volta eletto Deputato in un collegio sicuro (grazie al paracadute di partito), Zaia si dimetterà dal Consiglio Regionale pochi mesi dopo la sua elezione, lasciando ad altri il lavoro faticoso in Veneto.


  La Vecchia Manovra per la Carriera

Questo schema è l'emblema di una politica che disprezza le Istituzioni locali.

  • Il Disinteresse: La candidatura in Consiglio è solo un mezzo. È l'anticamera per la poltrona romana, che offre maggiore visibilità, potere e, diciamocelo chiaramente, migliori retribuzioni.

  • L'Accusa: Questo modus operandi non fa che confermare l'accusa più amara: Zaia usa il Veneto e il suo consenso per garantirsi una carriera personale e stipendi più alti a Roma, proprio come facevano i vecchi boss della Lega. È l'ennesimo trucco elettorale che svilisce la fiducia dei cittadini.


Che Zaia voglia creare un suo programma TV locale in Veneto per mantenere il contatto con la base, come suggerito da alcuni, è perfettamente coerente con il suo stile: massima comunicazione controllata, minimo confronto istituzionale.

Mentre il Veneto affronta liste d'attesa infinite in sanità e l'incognita dell'Autonomia Differenziata, il suo Presidente è già in fuga, pronto a lasciare il "Palazzo Vuoto" per volare a Montecitorio.

Noi non siamo fessi. Il Veneto merita rispetto, non un "biglietto di sola andata" per una carriera personale.

Basta con la politica usata come un bancomat! È ora di votare chi resta e lavora sul serio per la nostra Regione.

Cosa ne pensate di questo esodo imminente? Lasciate un commento qui sotto.

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