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Cosa significa fare Politica?

Cosa significa fare Politica?
Significa impegnarsi in un servizio, darsi da fare per la comunità, scegliere di spendere una parte del proprio tempo a progettare e realizzare idee che abbiamo come obiettivo il bene comune, il miglioramento della vita non solo propria, ma di una comunità. Fare politica vuol dire interessarsi ai problemi di tutti, cercando di risolverli nel modo migliore; vuole dire scegliere mettersi in discussione, esporsi personalmente con le proprie idee e i propri valori. Fare politica vuol dire cercare di concretizzare ideali. Parlare di politica vuol dire parlare dell'uomo, di lavoro, istruzione, salute, vita, morte, famiglia, ambiente, sviluppo, sicurezza, e ogni altra componete della città dell'uomo. Fare politica significa, ogni giorno, creare consensi attraverso l'esempio, rendendo note le proprie scelte e spiegandone la coerenza. Fare politica significa creare cultura, fornire strumenti per la lettura della realtà, far crescere uomini coerenti e affidabili per non lasciare agli altri una egemonia che non meritano. Significa animare confronti, sollecitare opinioni, non smarrire la visione d'insieme offrendo a tutti la possibilità di sentire propria la battaglia politica e di parteciparvi secondo le proprie possibilità. Gli "uomini liberi e forti" devono trovare il coraggio per impegnarsi in prima persona, con l'obiettivo di garantire a tutti il proprio impegno per un futuro migliore senza farsi prendere della tentazione di salire sul carro dei vincitori, ma lottando per ciò che sentono essere giusto.

Labirinto Minosse

"Oggi viviamo come nel labirinto di Minosse ed il Blog è il moderno filo di Arianna ci servirà per uscire! Oggi il ogni campo dello scibile umano devi essere schierato, devi fare parte di un gruppo ossia o sei un Leader o sei un Mr Ok. Il Pd è libertà questo vuol dire pensare ed esprimere le proprie idee. E Confrontarsi. I doveri del' iscritto al Partito Democratico sono di ascoltare, mettere a fuoco, i problemi del territorio e suggerire soluzioni ed anche intervenire. Anche i Blog dovrebbe essere strumento di confronto, di collaborazione, che fa eco al disagio."

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lunedì 5 giugno 2023

Deposito in Senato delle 105.937 firme raccolte sulla proposta di legge del sull’autonomia differenziata.

In occasione dell’appuntamento col 2 giugno, che nel 1946 vide il referendum istituzionale e l’elezione a suffragio finalmente universale dell’Assemblea Costituente, assistiamo a tanta retorica e a tante celebrazioni formali, anche se non mancano riflessioni più serie e legittimamente preoccupate. Infatti, la Costituzione oggi è a rischio. Non in quanto possa essere abolita, ma perché ne viene eroso il valore del dettato, sia attraverso la quotidianità della vita politica sia attraverso norme che snaturano la concezione della democrazia elaborata dalle culture antifasciste, dapprima nella clandestinità, poi in consessi diversi – finalmente liberi – e infine nell’Assemblea eletta il 2 giugno 1946.

UN RISULTATO ECCELLENTE (105.000 FIRME) DOVUTO AL LAVORO DI TANTE E TANTI.

Il Coordinamento per la democrazia costituzionale (Cdc), presieduto dal professore Massimo Villone, esprime grande soddisfazione per avere doppiato il numero delle firme necessarie (ne sono giunte oltre 105mila) per la presentazione della proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare – di modifica degli articoli 116, terzo comma, e 117, primo, secondo e terzo comma del Titolo V della Costituzione – per contrastare il progetto di autonomia differenziata voluta dal governo e da alcune regioni del Nord.
Il testo del progetto di legge è stato il felice esito del lavoro, coordinato dal Prof. Massimo Villone, di un foltissimo numero di costituzionalisti, giuristi, docenti universitari, dirigenti sindacali, attivisti sociali, dirigenti di centri studi meridionali, personalità del mondo della cultura, giornalisti, scrittori, insegnanti e dirigenti scolastici, medici, che hanno operato, senza il concorso di esponenti di partiti politici, a produrre un testo che salvaguardasse il carattere uno e indivisibile della nostra Repubblica.
Il Cdc esprime un profondo ringraziamento verso tutte le cittadine e i cittadini che hanno contribuito al successo della campagna; le associazioni sorte in questi anni sul territorio a difesa della democrazia e della Costituzione; le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Uil scuola Rua, Federazione Gilda Unams, che hanno fin dall’inizio sostenuto la raccolta delle firme, lo Snadir, il cui contributo è stato convinto ed importante; le tante strutture sindacali confederali che, soprattutto al sud, si sono attivate; le associazioni nazionali Anpi, Arci; l’A.M.P.A Venticinqueaprile, la Filef; la Rete Salute Welfare e Territorio; gli operatori in campo sanitario che hanno condiviso la campagna, il Quotidiano Sanità online; la rete dei Sindaci che hanno aderito, i Consigli comunali che, con propri ordini del giorno, hanno sostenuto la raccolta delle firme. Infine un ringraziamento sentito alle strutture territoriali del Cdc che hanno dato vita a decine e decine di iniziative, alimentando il dibattito politico e culturale nei vari territori che si è poi tradotto in una raccolta di firme sui moduli cartacei superiore persino a quella giunta per via informatica.

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